nel lontano 28 novembre 2010 pubblicai sul forum avventurosamente questo minimini racconto, battezzato 'accendiamo il caminetto':
insomma, insisti di qua insisti di là, la famiglia ha deciso (imposto) di accendere il caminetto.
legna asciutta neanche a parlarne...
ormai è diventata una questone di principio: tutti sul divano con le mani sul grembo i grandi, sulla nintendo ds il piccolo (e quando mai) aspettano in religioso silenzio (diciamo che si sono azzittiti quando mi sono incazz...).
faccio volare via la diavolina presa dallo zio l'alcool ed i fogli di giornale, apro la finestra per fare uscire il fumo.
vado nello studio ed apro lo zaino. spunto in salotto con uno squardo da basilisco con il camillus pilot (1) in una mano (la suocera mormora sottovoce "Maria proteggici tu!") cotone vaselina e firesteel (2) nell'altra.
estraggo il coltello (swisshhhh!) prendo il primo tronchetto preso in giardino dal furbo di turno che incenerisco con il primo sguardo, lo metto verticale sul pavimento in gress. mia moglie balbetta "ho passato l'aspirapolv..." giro il collo e da sopra la spalla l'incenerisco con lo sguardo, "scusa" mormora...
poggio di taglio il coltello al centro del tronchetto e prelevo dal cesto della legna un bel pezzo di legno dal diametro di circa otto centimetri, e comincio a darci dentro di batoning.
il nuovo filo del camillus è perfetto, al secondo colpo ben assestato craack ed il legno si spacca "ooohhh" mormora la platea.
il pavimento con mia sadica soddisfazione si riempie di pezzi di corteccia, scaglie di legno ed altre porcherie, ed io godo!
ne faccio a quartini 3 di quelli giusti. poi apro la confezione di cotone idrofilo, sott'occhi guardo la platea che viene percorsa da un fremito di rivincita "Lo vuole accendere con il cotone" morora lo zio esperto in diavolina con malcelata soddisfazione, mentre io come un alchimista apro la confezione di olio di vaselina ed inbibisco il batuffolo. ho la netta sensazione di un risolino che proviene dal pubblico. sorrido, anzi ghigno...
con cura aiutandomi con il leatherman (3) come pinza inserisco il cotone proprio al centro della catasta, "ed adesso là sotto come l'accende?" mormora la nonna che sulla poltrona lavorava ai ferri.
ghigno di nuovo, prendo il firesteel l'avvicino alla catasta gli appoggio sopra la lama del camillus e con un gesto repentino tiro il bastoncino di magnesite.
le scintille miracolosamente sprizzano ed incendiano all'istante il cotone che inizia a bruciare neanche fosse intriso di benzina.
"oohhh" esclama la platea.
mi alzo ripongo il coltello nel fodero, tappo la vaselina, metto il tutto sotto braccio e con malcelata soddisfazione dico "continuate voi".
non è andata proprio così... ma quasi...
(1) camillus pilot=coltello da sopravvivenza in dotazione ai piloti dell'aviazione americana
(2) firesteel=barretta in ferrocerio che se strofinata da una lama provoca scintille
(3) leatherman=nel dettaglio multitool con funzioni di pinza, coltello, giravite, seghetto ecc. ecc.
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giovedì 4 luglio 2013
martedì 2 luglio 2013
accetta contro tomawak
Parliamo di due oggetti virtualmente simili ma fondamentalmente diversi sia strutturalmente che come destinazione d'uso.
Per non di meno sono virtualmente sovrapponibili ed adesso vediamo come e perchè.
Dalle immagini vediamo che si tratta di due strumenti decisamente simili, in pratica la prima è un'accetta mentre il secondo è un tomawak. Nella destinazione d'uso quest'ultimo vuole adattarsi ad un doppio uso, e cioè accetta ed arma nel senso proprio della parola, con la differenza che mentre come arma riesce a farlo abbastanza bene, come accetta ha qualche limitazione, per lo meno se confrontato con un accetta pura. La differenza è evidente osservando il taglio (in gergo bisello) che nell'accetta è molto più pronunciato, assolvendo così alla funzione di cuneo che si apre meglio la strada nel legno. La differenza si estende alla parte posteriore della testa del tomawak che è appuntita, proprio per offendere in quanto arma.
Nel dettaglio ci troviamo per l'accetta di fronte ad una Wetterling 118 Bushcraft che pesa ben 700 grammi mentre per il tomawak un Cold Steel Trench Hawk che ne pesa ben 672.
In pratica come pesi siamo equivalenti e credo che la differenza per il cold steel la faccia il manico il polypropylene.
Nell'uso pratico al momento di spaccare la legna l'accetta risulta vincente causa il maggiore peso della testa mentre come arma di difesa il tomawak necessita essere più agile e quindi meno incisivo sulla legna (parere personale).
Cosa scegliere allora? beh... se siete un tipo paranoico e temete aggressioni nel bosco, allora come difesa personale, il tomawak non teme confronti, ma se dovete darci dentro di legna, allora una buona e collaudata accetta non ha rivali.
Forse non tutti sanno che in origine il tomawak indiano era costruito in modo molto primitivo da una pietra appuntita fissata all'estremità di un manico di legno. Quando i primi europei sbarcarono nel nuovo continente portarono con se le asce d'abbordaggio
che venivano usate sia in combattimento che come utensili per liberare il sartiame in caso di emergenza. I nativi apprezzarono subito questo strumento facendolo subito proprio così come noi oggi l'abbiamo sempre visto in loro mano.
lunedì 13 maggio 2013
quando fare custodie per coltelli diventa un arte
Nei miei continui peregrinaggi nella rete ogni tanto trovo qualche sito o blog veramente interessante.
In questo caso abbiamo a che fare con un produttore di foderi per coltelli a mio avviso molto belli.
Talmente belli che meritano anzi necessitano di essere ricordati come promemoria per futuri spunti di autocostruzione.
In questo caso abbiamo a che fare con un produttore di foderi per coltelli a mio avviso molto belli.
Talmente belli che meritano anzi necessitano di essere ricordati come promemoria per futuri spunti di autocostruzione.
si tratta di
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