venerdì 30 gennaio 2015

il cecchino spara e divide l'America

Le grandi contraddizioni hanno sempre fatto parte della grande america, e così il Chris Kyle di Clint Eastwood diventa un doppio personaggio:

da un lato è l'eroe dei Navy Seals dalla mira perfetta che protegge dall'alto l'incedere dei Marines nei rastrellamenti quotidiani, dall'altro e uno spietato killer stipendiato dallo zio Sam che spara a bambini come fossero bersagli al tiro a segno del luna park.

A mio avviso, in questa novella querelle ravviso molta ipocrisia per il semplice fatto che, comunque, in guerra le atrocita' sono il pane quotidiano.

"In amore ed in guerra" si usa infatti dire, quando ogni azione e' giustificata dal contesto in questione.

Non mi risulta infatti siano mai esistite guerre pulite e proprio l'America che delle armi e relativo uso ne ha fatto una vera e propria venerazione, sancita tra l'altro dal secondo emendamento, si scandalizza riguardo a Kyle ed il suo operato.

La figura del cecchino e' stata sdoganata gia' durante la Prima Guerra Mondiale quando era praticamente impossibile sporgersi da alcuni punti della trincea o smirciare attraverso apposite finestrelle aperte sulla linea nemica come visto nel film Orizzonti di Gloria.

La stessa figura è stata anche tristemente conosciuta durante la Seconda guerra Mondiale, ed ampiamente utilizzata in diversi film come Salvate il soldato Rayan o Il Nemico alle porte.

La stessa figura esiste ed è pienamente funzionale, nei corpi di Polizia con la qualifica meno aggressiva di Tiratore Scelto e, sicuramente con il grilletto meno facile.

Infine nessuno mi pare si sia scandalizzato quando Carlos Hathcock tornò dal Vietnam con le sue 109 uccisioni ufficiali, divenendo anzi un eroe ed il miglior cecchino al mondo prima che arrivasse Kyle.

E' si vero che Hathcock venne insignito della Stella d'argento per aver estratto da un veicolo in fiamme ben 7 marines pur riportando gravissime ustioni, ma tra eroismo e normalità la linea di demarcazione alle volte è molto sottile.

martedì 13 gennaio 2015

la parola dai molteplici significati

Mi riferisco al termine "anatema".
Le mie nozioni lo inquadravano come maledizione ed in effetti non erravo per nulla visto che Wikipedia docet è questo il significato che questa parola ha nell'uso comune.
Però l'ultima volta che l'ho usato il mio interlocutore ne sconosceva completamente il significato, e così, giusto per rinfrescare le mie nozioni di lingua italiana, nel timore di sparare qualche corbelleria (sinonimo erudito ed educato di cazzata) sono andato a cercarne il significato, scoprendo tante cose interessanti.
Presso la cultura greca e romana l'anatema è un'offerta in ringraziamento verso una divinità o un sacrificio (oggetto inanimato o animale) sempre offerto ad una divinità a titolo di espiazione.
Ma non finisce qui, in quanto nella Bibbia Ebraica o nell'Antico Testamento prende il significato simile al termine tabù, cioè che, maledetto da Dio non bisogna toccare.
Nel Nuovo Testamento invece assume invece significato di sentenza di maledizione riguardo una dottrina o una persona, specialmente in riferimento ad una eresia.
Nella Religione Cristiana infine, e siamo quindi ai giorni d'oggi, l'anatema diventa una maledizione al diavolo contro eretici e dissidenti.
In definitiva è interessante osservare l'evoluzione del significato di un termine nel corso dei secoli, che, seppur mantenendosi in linea di massima sempre su una stessa falsariga ha assunto molteplici sfaccettature.