mercoledì 24 febbraio 2016

delle prefazioni o delle presentazioni


Sono una persona che cerca di leggere il più possibile almeno i suoi autori preferiti.
Considerando che leggo per svago preferisco libri d'avventura o azione e per questo amo Ken Follet, Wilbur Smith o Clive Cussler, insomma letture che scorrono fluide e senza grande sforzo di meningi l'ammetto.
Quando posso cerco di allargare i miei orizzonti orientandomi verso qualche lettura diversa alle mie solite e, se possibile (il che non è difficile) più erudita.
Capita spesso di imbattermi in prefazioni praticamente illeggibili. Puri voli pindarici dell'autore, pieni di paroloni e concetti di non istantanea comprensione. A primo acchitto, più che un viatico al libro sembra un dare pomposa mostra dell'ego di chi scrive.
In pratica, alla fine si è portati a saltarla a più pari.
Stessa cosa l'ho riscontrata quando si parla delle opere di artisti o dell'artista stesso.
Giusto l'altro giorno mi è stato proposto tramite Facebook un mi piace di una pagina di una persona artista che conosco, e la sua presentazione ha, praticamente, dell'illeggibile!
Ovviamente io sono un lettore medio, e per approfondire il significato dei paroloni usati a profusione ho dovuto ricorrere a wikipedia, ed è stata una continua consultazione, arrivando alla fine a concludere che, la persona in questione (IMHO) dovrebbe vivere in una sorta di limbo filosofico culturale.
Se era questo quello che l'autore e la destinataria desideravano esprimere bastava dire molto meno prosaicamente "io sto per i cazzi miei voi fate quello che volete...".
Altrimenti anche in questo caso potremmo essere in presenza di un pomposo esercizio di atteggiamento e paroloneria al quale nell'Urbe risponderebbero:
STICAZZI!

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