venerdì 29 novembre 2019

storie di ordinaria follia

esco a fare jogging la mattina presto mentre l'aria è frizzante. sotto la spalla sinistra la fascia impermeabile con dentro il palmare che trasmette la mia musica preferita che ascolto con delle Bose SoundSport cordless. le macchine a quell'ora sono poche e mi sento libera mentre la mia bionda coda di cavallo, trattenuta dall'elastico di spugna oscilla ritmicamente in sintonia alla mia falcata.
corro un pò sui marciapiedi, un pò nella corsia del tram ma anche a fianco della auto posteggiate.
il mio smartwatch tiene il conto delle pulsazioni cardiache delle calorie e della strada percorsa.
il filo dei miei pensieri vaga in sintonia con la musica che ascolto, cambio brano ed attraverso la strada, proprio mentre una macchina arriva, costringendola ad una brusca frenata, ma vuoi le cuffie, vuoi il volume della musica, vuoi i pensieri, è come se non fosse successo nulla.
il volume della musica si abbassa e si sente un trillo, una telefonata in arrivo, da una torsione del braccio riesco a vedere lo scermo del cellulare e compare l'immagine di Irene la mia carissima amica, a quest'ora in auto per andare al lavoro. un colpettino sull'auricolare e rispondo. la chiacchierata è piacevole e mi distrae da tutto ciò che mi circonda, un toccasana per i pensieri indotti dal tran tran della vita. sono sul marciapiede lungo la pista ciclabile. il piede appoggia sul piano, la falcata è sicura, ma c'è un suv posteggiato di traverso ed io mentre le descrivo la serata di ieri scarto bruscamente l'auto per aggirarla passando dalla strada.
l'ultima cosa che ho sentito è stato il cofano di una Volvo sulle gambe e la mia testa che infrangeva il parabrezza di brutto, poi tutto nero...
adesso ho la mia nuvoletta in cielo nella sezione teste di cazzo morte mentre erano distratte al cellulare.

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